venerdì 9 dicembre 2016

Manca qualcosa

Nell'ottobre 2006 la Shiatsu Society UK (www.shiatsusociety.org) ha commissionato al Centre for Complementary Healthcare & Integrated Medicine CCHIM, Faculty of Health and Human Sciences della Thames Valley University uno studio finalizzato a "... to identify and appraise scientific publications on the practice of Shiatsu in order to determine the direction of future research for the Shiatsu profession."
Credo che la stessa cosa sia stata ripetuta nel 2011, perché ne ho trovato traccia in bibliografia qua e là, ma sono riuscito a trovare online solo l'edizione 2006, quindi parlerò di quello. Pare comunque che le conclusioni a distanza di cinque anni non fossero poi così diverse.
Intanto ammetto che, provato dalle ultime esperienza negative riguardanti le fonti bibliografiche presenti, solo raramente, nei vari articoli sullo shiatsu letti in rete e sulle pubblicazioni cartacee (fonti che di solito finiscono per incartarsi tra loro fino a chiamarsi in causa vicendevolmente e a non capire chi per primo ha detto una certa cosa o, comunque, chi mai l'ha dimostrata), la prima cosa che ho fatto è andare a controllare chi sia l'altisonante Centro per la Medicina Integrata e la Salute Complementare della Facoltà di Scienze Umane dell'Università della Thames Valley.
E ho scoperto che l'università in questione non esiste. O almeno, non esiste ora. È sparita lasciando pochissime tracce, da cui credo di aver capito che è durata fino a che l'unico referente e responsabile non ha finito di spendere i fondi di un assegno "Reale". Pare avesse sei o sette collaboratori, e si occupasse di medicina tradizionale cinese e terapie ad essa collegate. Una meteora.
Lo shock è stato forte, ma ormai ero preparato. Talmente preparato che, alla fine, lo studio in questione me lo sono spulciato comunque, e sono stato ripagato dalla scoperta che, per quanto non abbia molti termini di paragone soprattutto nell'argomento specifico, sembra fatto bene.
La premessa è servita essenzialmente sfogarmi, ma ha un risvolto interessante: perché in un mondo che, dal punto di vista scientifico, sembra composto da peracottari senza scrupoli, improvvisamente esce fuori uno studio tecnicamente corretto?
Credo che le ragioni siano essenzialmente tre. La prima dipende dal committente, perché se andate a curiosare sul sito della Shiatsu Society vi accorgerete di quanto siano pragmatici quando si tratta di mettere in grado i loro allievi di spendere il proprio diploma. La seconda è che lo studio è più statistico che scientifico, è un'analisi di altre pubblicazioni sedicenti scientifiche ("The aim of this report was to systematically review the current evidence base for Shiatsu by identifying relevant scientific publications and appraising the quality of the research published to date"): il compito così è facilitato. La terza è che l'Ente che lo ha prodotto si occupa(va) prevalentemente di agopuntura, dove evidentemente l'ambiente è un po' diverso.
Tanto è che già nel Capitolo 6, Risultati e Analisi, emerge la differenza:
su 603 pubblicazioni individuate utilizzando le parole chiave "shiatsu" e "agopuntura", solo 146 hanno passato il filtro iniziale (essenzialmente l'uso di strumenti nella terapia). Questi 146 sono poi stati ulteriormente scremati, eliminando per esempio quelli privi di risultato, fino ad arrivare al numero definitivo di pubblicazioni ritenute serie e utili.
Quarantasei.
Di queste 46, 41 sono relative all'agopuntura, e 5 (cinque!) allo shiatsu.
C'è una certa differenza, o no?
E ancora:
"The Shiatsu publications comprised three uncontrolled studies and two quasiexperimental studies (without a randomised control group). For acupressure, three were systematic reviews, 23 randomised controlled trials (RCTs), 14 quasiexperimental studies (without a randomised control group) and one uncontrolled study. The majority of studies used a standardised acupressure/Shiatsu procedure, only five studies were pragmatic."
Non siamo nemmeno, se non in rari casi, a livello "quasi sperimentale".
Lo studio prosegue con un riassunto delle cinque pubblicazioni decenti, le quali non hanno destato in me particolare esaltazione, e finalmente la conclusione:
"There was insufficient evidence both in quantity and quality on Shiatsu in order to provide consensus".

Lo studio è in realtà lungo 130 pagine, la maggior parte delle quali occupata da riassunti degli articoli selezionati e di alcuni di quelli scartati, e svariate tabelle sui disturbi trattati. Può essere interessante dargli un'occhiata. Quello però che mi piacerebbe è che la quantità e la qualità degli articoli crescesse nel tempo fino ad arrivare ad una "sufficient evidence".
Qualcosa da poter citare in bibliografia senza il timore di diffondere una buffonata o, peggio, una bufala.
Mi stanno bene gli articoli filosofici sul significato profondo del Qi e su come i meridiani rappresentino lo scorrere della nostra vita, ma uno studio che mi permettesse di dichiarare, da un punto di vista - si badi bene - statistico e non scientifico:
"è provato che lo shiatsu funziona per (segue elenco)" 
mi sarebbe più utile per coinvolgere, convincere, rassicurare i miei attuali e futuri clienti.
Ci diamo da fare?

Nessun commento:

Posta un commento